The Chemical Brothers - Exit Planet Dust
La copertina del primo disco dei The Chemical Brothers

Exit Planet Dust è il primo album dei The Chemical Brothers, uscito nel 1995.

Per questo disco Tom Rowlands ed Ed simons cambiano la propria “ragione sociale” da Dust Brothers a Chemical Brothers.

Cover Story: Exit Planet dust

L’artwork di copertina di Exit Planet Dust mi ha sempre incuriosito: due hippy camminano lungo una strada, abbracciati. Lui ha la chitarra a tracolla e il viso nascosto da un cappellaccio. Lei guarda verso il basso, celata da un paio di occhiali da sole. Sulla strada si intravede un’auto con due persone a bordo e un’altra in lontananza. I colori, i personaggi, l’atmosfera rimandano agli anni ’70, alla California, a una stagione musicale che non ha nulla a che vedere con l’elettronica.

Perchè quindi una copertina dal sapore hippy per l’esordio di un gruppo elettronico?
Lo spiega Ed Simons in un’intervista:

“We wanted something that just looked nice. A lot of techno albums just have fractals on them, and we wanted something a bit more romantic and otherworldly with soft, nice colours. It’s the wrong way round as well — intentionally. If me and Tom are in that picture we’re in the car going Oh she’s alright, I wish I had a guitar on my back with her.

Anthony Sweeney, partner dello studio di design Negativespace che ha curato l’artwork insieme a Mark Bown, conferma le parole di Simons:

“The one brief we had from the Chemicals,” Anthony Sweeney, a partner in design team Negativespace, told Spin magazine in August 1997, “was that they didn’t want it to look like the techno imagery that you associate with dance music – the three-dimensional balls floating in space sort of thing.”

La visione dei Chemical sulla copertina riflette perfettamente l’identità del gruppo e della loro musica: elettronica, sì, ma con un’attitudine e un immaginario fortemente “rock”.

Lo si nota nella volontà di creare non semplicemente musica elettronica, ma vere e proprie canzoni — spesso epiche, memorabili e cantabili. Basti pensare, tra le tante, a Hey Boy Hey Girl, Block Rockin’ Beats, Galvanize, The Test.
Per questi e molti altri brani, i Chemical hanno collaborato con artisti come Beth Orton, Noel Gallagher degli Oasis, Q-Tip, Tim Burgess dei Charlatans, Richard Ashcroft dei Verve, Kele Okereke dei Bloc Party.

Anche la parte visiva ha un peso importante: la brand identity del gruppo è ben definita dal logo e da uno stile “massimalista” che caratterizza tutte le copertine successive, fatta eccezione per Exit Planet Dust. I colori sbiaditi anni ’70 e i soggetti dimessi della fotografia non si ripeteranno più in altri artwork.

Ho cercato informazioni anche sul logo dei Chemicals. E’ un logo testuale realizzato utilizzando il font “SHO” con alcune modifiche. Il font “SHO” è stato realizzato dal typedesigner tedesco Karlgeorg Hoefer

Anche i videoclip delle loro canzoni conservano l’anima “rock” del progetto e vantano un’identità ben definita. Tra i registi coinvolti figurano nomi del calibro di Spike Jonze e Michel Gondry.

Il video di Elektrobank, diretto da spike Jonze e con protagonista Sofia Coppola:

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